Una scommessa intrigante, ma allo stesso tempo sicuramente delicata. Il settore giovanile del Bari è ripartito dalla figura di Raffaele Bianco. Valutando la carriera da calciatore, il classe 1987 non ha sicuramente bisogno di presentazioni: promozione in B nel 2022, ma soprattutto quella in A del 2009. E poi, tra le tante maglie indossate in carriera, anche quella della Juventus. Passare dal campo alla scrivania non è facile per nessuno, ma l'entusiasmo può aiutare oltre ai saggi consigli di chi questo mondo bene lo conosce. 

BIANCO, EMOZIONE E VOGLIA DI METTERSI IN GIOCO - Queste le sue parole di presentazione ai canali ufficiali del club biancorosso. "Sono emozionato, orgoglioso e carico per intraprendere questa nuova avventura professionale ed umana. Il fine non l'ho ancora metabolizzato, cosi come lo scotto emotivo di tutti i calciatori che smettono. Ora sono in questa nuova veste, per il resto ci sarà tempo per pensare a tutto quello che c'è stato nella mia carriera. Ringrazio chi ha ricostruito il settore giovanile e chi ha fatto tanto sin qui, mi auguro che col passare degli anni ci sia il desiderio di venire a giocare nel Bari, preferendo questa piazza a realtà più prestigiose e consolidate. Posso avvalermi della collaborazione di persone che mi stimano. Ho accettato questa sfida anche per questo. Il settore giovanile è un'esperienza gratificante a livello umano, che ti consolida. Vorrei portare la mia esperienza ai ragazzi, cercare di essere di supporto dal punto di vista umano e psicologico. L'educazione ed il rispetto umano sono sempre alla base di tutto". 

UN'EREDITA' DA RACCOGLIERE E GESTIRE - Fatte queste premesse sorge l'interrogativo: giusto affidare la gestione di un club comunque importante a chi nel campo è alle prime armi? I dubbi, inevitabilmente sorgono ed è per questo che il lavoro sul campo dovrà essere minuzioso per confermare la bontà di questa operazione. Apprezzabile è sicuramente il ricordo del lavoro dei predecessori da parte dello stesso Bianco: causa fallimento del club con Giancaspro, il settore giovanile era diventato un cumulo di macerie.Coi migliori prospetti come Lella, Manzari, Monterisi ed altri ancora approdati in tutta Italia: una vera e propria diaspora, talenti che il Bari ha disperso. Un danno economico oltre che di immagine. Poi la lenta ma graduale risalita, che ora vede la squadra biancorossa impegnata in Primavera due. E giocatori che si sono messi in mostra, ultimo dei quali Colangiuli, ma anche Akpa-Chuckwu. Un lavoro ben svolto prima da Matteo Scala, poi anche da dirigenti come Antonicelli, Giampaolo (che ha rifiutato l'under 17, un declassamento difficile da accettare) ed altri esponenti ancora. Alcuni di loro non rientrano più nel progetto, gli ultimi due in particolare: un segnale forte, che va in controtendenza con la bontà del lavoro svolto. E che può contare su esperienze pregresse anche in altre realtà, dove i risultati non sono mancati. Esperienze e competenze in questo mondo sono fondamentali e anche le ultime brutte figure della nostra nazionale in campo internazionale rafforzano questa convinzione. Servono come il pane: Bianco dovrà imparare in fretta e bene, ma intanto buon lavoro. 

Sezione: Primo piano / Data: Gio 04 luglio 2024 alle 08:00
Autore: Domenico Brandonisio
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