Al termine del mercato estivo, spazio all’area mercato per illustrare e ricostruire le operazioni estive. Di seguito le dichiarazioni.
Prende la parola il responsabile Pantaleo Corvino: “Faccio una premessa. Questa è la nostra terza stagione in Serie A e la quinta sessione di mercato. Ci sono squadre di Serie A che lo fanno da tanto tempo, poi ci sono società con il vantaggio di avere fondi per investire e costruire rose già pronte. Conoscendo la smisurata passione dei nostri tifosi verso la squadra, figlia di tutto il territorio, per noi diventa un grande sforzo e un grande impegno. Abbiamo una grande disponibilità di difendere la Serie A. È stato uno sforzo da parte di tutti. Con il Presidente abbiamo creato un rapporto che è partito sognando. Lui mi chiese di mettere a posto situazioni pregresse e poi di tornare nel calcio che conta. Presi l’impegno di riportare la primavera dove l’avevo lasciata e così anche il Lecce. Abbiamo creato un Lecce in salute. Abbiamo sentito il peso durante questa sessione considerando chi sono i nostri competitor. La società in virtù della sostenibilità è comunque riuscita a migliorare stadio, strutture, attrezzature e centro sportivo. Era un sogno anche la radio che parlasse solo del Lecce. Questa quinta sessione non è stata una passeggiata. Mi sarebbe piaciuto leggere non solo quello che manca ma anche di quello che è stato fatto. Sarebbe stato bello leggere di Rebic. È un giocatore importante come Umtiti. Per portarlo qui, devi avere gente e amicizie importante. Abbiamo fatto 17 cessioni per la prima squadra. Era rimasti Lemmens. Le cessioni dipendono anche dalle volontà degli altri e dei giocatori in primis. Daka ha deciso di rimanere e farà il fuori quota in primavera. Sansone ha avuto dei problemi fisici e non poteva prendere altre decisioni. Speriamo possa darci una mano. Helgason per noi è un giocatore valido. L’area tecnica ha un pensiero positivo anche se il nostro pensiero non è coinciso con quello dell’entourage. Ha fatto 25 presenze in B e siamo saliti. Ha fatto 16 presenze in Serie A di cui 2 da titolare. Lui ci ha chiesto di essere ceduto, ma non c’era la nostra volontà di trovare un accordo. 
Abbiamo acquisito 12 giocatori. In tutto, abbiamo fatto 29 operazioni. Abbiamo fatto operazioni un giorno sì e uno no. Non è facile fare mercato perché devi sempre cercare di migliorare. Ci siamo sforzati. Speriamo di aver migliorato la squadra. Abbiamo voluto mantenere 8 calciatori di 11 che si sono salvati per due stagioni di fila. Abbiamo preso 3 titolari. Gli altri 9 sono serviti per migliorare la rosa. Di questi 12 calciatori, uno è croato, uno è spagnolo, uno è polacco, uno è tedesco, uno è angolano, quattro sono francesi e tre italiani. Un manager deve sapere comprare e vendere. Il mercante va a comprare dove c’è più possibilità di comprare bene. La Francia è stata vista una nazione da esplorare più degli altri. La mancanza della vendita dei diritti ha creato difficoltà ai club. Abbiamo preso un giocatore a zero come Guilbert. Il mister mi ha detto che non lo conosceva e io gli ho detto di metterlo titolare. Dobbiamo fare delle idee e del virtuosismo il nostro lavoro. Un manager viene giudicato per quello che trova quando arriva, per quello che lascia quando se ne va e per i risultati che ottiene durante
Le domande dei giornalisti.
Ci sono state trattative che non è riuscito a concludere? “Non rimpiango mai quello che non riusciamo a portare a termine e non guardo indietro”
Il Lecce è stato audace a dire no alle richieste dei propri tesserati? “Quando arrivai, il patrimonio del Lecce era racchiuso in 1,5 milioni. Il resto era debito. I nostri no dimostrano quanto è stato fatto pur ottenendo risultati e non facendo debiti. Lo sforzo riguarda tutti i settori, sul campo e sulle strutture. Ogni mattone porta ad accrescere il valore del club”
Ci può spiegare la trattativa Fruchtl? “Le capacità di un manager sono quelle anche di intravedere una possibile criticità. Se noi avessimo ricevuto un’offerta importante così come il giocatore, avremmo avuto la difficoltà di dire no perché non avevamo il sostituto. Dovevamo migliorare nel dodicesimo. Abbiamo migliorato anche lì. Lo abbiamo fatto con il minimo sforzo economico. L’operazione è frutto di tanti fattori. Pongracic ha dato una parte netta di 12,5 milioni e con 2 siamo andati a prendere Gaspar, sempre con la speranza di di rivenderlo a prezzi importanti”
Ci può raccontare l’operazione Hasa e la cessione di Maleh? “Abbiamo fatto un’operazione un giorno sì e una no. Abbiamo guardato tutto il panorama. Sapevamo che Hasa non voleva rinnovare con la Juve in quanto in scadenza nel 2025. Grazie ai rapporti con i procuratori, siamo andati dalla Juve per chiedere il cartellino gratis e prevedere una grossa percentuale sulla futura rivendita pari al 30%. Il ragazzo ha caratteristiche offensive. Può avere un ruolo in evoluzione. L’unico ruolo che non può fare è quello della prima punta. Può fare il centrocampista offensivo, può fare l’interno offensivo così come l’esterno. Non è bravo nel lungo ma nei 40-45 metri è esplosivo. Su Maleh sono stanco. Quando è arrivato è stato detto che fosse una pippa. All’Empoli, allenatori diversi lo hanno schierato. Se noi pensiamo di aver migliorato in quella posizione, lasciamo che un capitale vada a migliorarsi. Il costo del cartellino di 5 milioni euro è poco. Aveva fatto 50 presenze alla Fiorentina e in nazionale”
Quale è il saldo tra cessione e entrate e a quanto ammonta il lordo del monte ingaggi? “Dissi a Saverio, il nostro problema non sarà un pregio ma un difetto. A Lecce, questo è il dodicesimo anno. Sotto la mia direzione, disputa il nono anno in Serie A. Gli altri quattro in serie B. Abbiamo vinto 7 titoli nelle giovanili e tanti giocatori portati in Serie A. Il problema qui  e altrove sono sempre state le plusvalenze. Sempre fatte oggi e quando era sotto l’era di Semeraro. Nessuno si mette i soldi in tasca. Le plusvalenze servono per mantenere questa squadra in salute e in Serie A. Il nostro modello deve essere da studiare. La plusvalenza rappresenta la capacità di un manager di creare ricchezza. Abbiamo incassato 26-27 milioni di euro al quale deve essere tolto il 25%. Ne rimangono 20-22. Chi ha avuto 20 milioni di euro in tasca, ha avuto difficoltà a comprare il difensore. Il monte ingaggi è arrivato a 16 milioni lordi”
Ci può raccontare la trattativa Rebic? “Quando l’ho chiamato la prima volta, gli dissi io ti ho fatto arricchire. Adesso puoi venire a Lecce per guadagnarne molti meno. Ovviamente come battuta. 2 anni fa vinse lo scudetto al Milan da titolare. Ho chiamato Pioli per chiedergli se fosse più prima punta o esterno. Mi disse che da prima punta mi ha portato a vincere lo scudetto. Allora perché non dovrebbe giocarsi la salvezza qui con Krstovic? Anche il suo agente aveva capito che Lecce poteva rappresentare la giusta piazza”
Come nasce la trattativa per Bonifazi? “È figlia delle situazioni esistenti sul mercato. Quello che paghi 10 milioni chiede molti soldi di ingaggi. Mister Gotti conosce Bonifazi perché lo ha già allenato. Il mister mi ha chiesto come stesse Bonifazi. Avevamo tutte le carte e sapevamo stesse bene. Quando giocava all’Udinese, il ragazzo andò in nazionale. Il ragazzo ha fatto il sacrificio perché prende i minimi federali e su ogni presenza prende bonus importanti. Il ragazzo viene qui motivato”
Quanto è contento di Dorgu? “Non riduciamo a Dorgu il sacrificio di dire di no. Abbiamo detto di no a 5-6 calciatori perché i ragazzi non ci hanno chiesto di essere ceduti”
Ci rileva gli interessi per Gallo? “È stato attenzionato. Per altri non abbiamo voluto sederci a tavolino”
Da quanto tempo sapevate che Gendrey voleva andare via? “Non volevamo deludere nessuno né la proprietà né il territorio. Ci sforziamo di fare il massimo sforzo e dare il meglio. Rappresentiamo il Salento intero. Siamo rimproverati perché portiamo tanti stranieri, ma è sbagliato perché è una grandissima vetrina. Di Lecce ne parlano tutti. Abbiamo avuto le prime avvisaglie. L’Hoffenheim ha dietro il presidente più ricco e sapevo che saremmo arrivati lì dove volevamo. Prima della partita con l’Inter ho chiamato Gotti perché avevo bisogno di parlargli di Gendrey. Abbiamo parlato tutti insieme, dicendogli che avrebbe fatto l’ultima partita in giallorosso e tutto sarebbe dipeso da come l’avrebbe disputata”

Sezione: Primo piano / Data: Mar 03 settembre 2024 alle 12:15 / Fonte: Stefano Sozzo
Autore: Lorenzo Ruggieri
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