Ultimamente le partite tra Lecce e Cagliari non sono mai banali. Guardando il match di ieri, a molti sarà venuta in mente la partita del 5 maggio scorso quando, con il Cagliari avanti per 1-0 grazie al gol al 26’ di Yerry Mina, venne espulso Gaetano pochi minuti prima della fine del primo tempo, dopo un intervento del Var. Dopo un secondo tempo di assedio e diverse occasioni, il Lecce riuscì a raggiungere il pareggio all’84’ con il gol di Krstovic, mettendo un mattoncino importante su quella che sarebbe poi divenuta una salvezza tranquilla.
Ecco, ieri, negli episodi, è sembrato di rivedere lo stesso copione della partita di pochi mesi fa, ma a parti invertite. E con un risultato diverso.
Il Via Del Mare, sin dai primi minuti, è sembrato un po’ freddo nei confronti della squadra. La modalità con cui erano arrivati i risultati contro Atalanta ed Inter, unita ad una certa diffidenza nei confronti del mercato, non aiutavano. A questo si sono aggiunti diversi errori tecnici nel primo tempo, dovuti in parte ad un terreno in condizioni non perfette, che dava difficoltà nella gestione del pallone, ed in parte ad una condizione psicologica della squadra, a cui probabilmente serviva un episodio per essere sbloccata.
Gotti ha scelto dal primo minuto di inserire il nuovo arrivato Guilbert come terzino destro, confermando Dorgu alto a destra e riproponendo Oudin sulla trequarti. Il terzino francese, pur non avendo un grande minutaggio, a detta dello stesso Gotti, ha dimostrato abnegazione, personalità, corsa e abilità nelle letture difensive. Molto spesso nel primo tempo, infatti, Guilbert, in fase difensiva, si stringeva ai due centrali, lasciando a Dorgu il compito di abbassarsi per dare una mano, andando a comporre una linea a 5.
Il Lecce nel primo tempo, anche a causa di quella condizione psicologica di cui parlavamo prima, ha dimostrato delle difficoltà in fase di costruzione e di ripartenza, confermate da Gotti nella conferenza post partita.
Krstovic, dopo essersi procurato una palla gol enorme e averla fallita, al sesto minuto, ha vissuto una decina di minuti di black out, a cui è seguito il gol ed un secondo tempo di altissimo livello nel tenere palla e far salire la squadra, quando ormai il Lecce era in 10.
La partita, infatti, ha cambiato volto con l’espulsione di Dorgu, a pochi minuti dalla fine del primo tempo. Un’espulsione che, a termini di regolamento, ci può anche stare, ma che lascia perplessi sull’utilizzo del Var. Quanto mostrare all’arbitro unicamente il punto d’impatto, con un fermo immagine, è d’aiuto per capire la dinamica dell’azione e prendere una decisione che tiene conto di tutti gli elementi?
Il Cagliari, dal canto suo, che avrebbe dovuto fare la partita nel secondo tempo, pur inserendo sin dal 46’ Lapadula, ha fatto fatica ad attaccare con costanza, tanto che il Lecce è andato più volte vicino al gol nei primi 20’ del secondo tempo, grazie alle ripartenze di Banda ed ai tanti spazi, a volte non sfruttati per mancanza di lucidità nel passaggio in profondità. Gotti sicuramente lavorerà tanto su questo aspetto nelle prossime settimane.
I segnali positivi comunque ci sono: nel secondo tempo si è alzata di tanto la precisione nei passaggi ed il Lecce ha iniziato a giocare con una spensieratezza, un sacrificio ed uno spirito di squadra encomiabili. Un Falcone straordinario, la concentrazione difensiva, l’approccio positivo di tutti i calciatori subentrati ed un pizzico di fortuna sulla traversa di Viola da pochi metri, hanno permesso di portare a casa un risultato pieno fondamentale. Fondamentale perché il Lecce arriva alla prima sosta con tre punti, con una tranquillità diversa e sapendo di poter costruire la sua stagione da questa partita. Sia grazie ai diversi calciatori interessanti, arrivati da poco, che si sono messi in luce, sia grazie ad uno spirito di squadra, esaltato nelle difficoltà, che finora sembrava un po’ inevitabilmente mancare, visti i tanti innesti.
A Torino, contro una delle squadre più in forma del campionato, mancherà Dorgu e sarà un’assenza pesante. Ma, a parte questo, ieri il Lecce ha trovato tanto di ciò di cui avrà bisogno.
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