Soltanto due minuti in campo per onor di firma e nulla più. Troppo poco, davvero troppo poco. Eppure la sua stagione è stata da incorniciare a Verona (34 presenze, 5 reti, 1 assist), ma gli sono stati preferiti altri interpreti: per questioni tattiche, per esperienza, magari anche gratitudine. Ma il conto da pagare sul campo è stato decisamente salato. Tra coloro che avrebbe sicuramente potuto dare di più alla nazionale italiana non può non esserci Michael Folorunsho: un calciatore che la sua carriera la costruita soprattutto in Puglia, prima dalla Virtus Francavilla (che lo ha fatto esplodere) e poi dal Bari (che lo ha definitivamente consacrato tra i grandi). 

Tra le tante scelte inspiegabili, il suo scarso impiego rientra tra queste. Solo agli sgoccioli di Italia-Albania, rendendosi comunque utile facendo salire la squadra nelle battute finale di una partita comunque ancora in bilico. Un giocatore che ha il tiro dalla distanza e l'imprevedibilità nelle corde, la fisicità, la capacità di smarcarsi. Caratteristiche che alla immobilità di questa nazionale sarebbero servite come il pane, ma invece la voglia di rischiare, provare ed osare non ha mai fatto rima con la selezione approdata in Germania. In campo ma soprattutto in panchina. La confusione tecnico-tattica è storia nota, ma ai più attenti neppure sarà sfuggita una mancata presa in considerazione decisamente inspiegabile. 

Sezione: Primo piano / Data: Dom 30 giugno 2024 alle 14:15
Autore: Domenico Brandonisio
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