Affrontare una big del campionato non è mai semplice. Il Lecce a San Siro si è mostrato coraggioso, con una idea di calcio chiara. La sconfitta per 2 a 0 contro l’Inter, se letta solo nel risultato potrebbe tediare i tifosi e gli addetti ai lavori. I giallorossi hanno fatto calcio a San Siro con una delle squadre, attualmente, più forti in Europa.
Mister D’Aversa, assente in panchina per squalifica ma presente nelle giocate dei suoi ragazzi, ha messo in piedi un 4-3-3 audace. La scelta di un centrocampo “leggero” ma di gamba, vedi Gonzalez, e di tecnica, vedi Oudin, dimostra la volontà di provare a giocarla anche alla Scala del calcio.
Il Lecce ha saputo anche soffrire, come accaduto nel primo tempo. Peccato per il gol del vantaggio dei neroazzurri, giunto in seguito ad una punizione ingenua concessa da Gonzalez. Nonostante il gol, i salentini hanno mantenuto una pressione costante sui portatori di palla. In alcuni casi, il pressing ha portato i suoi frutti. Ribaltamenti di fronte, folate di Banda e colpo di testa dell’esterno giallorosso uscito di poco a lato. I giallorossi hanno avuto le occasioni per fare gol come quello nel secondo tempo con Gallo che taglia per il centro e con Strefezza sfortunato nel colpire la palla, poi giunta al terzo anello.
Della gara di San Siro, senza scendere nel dettaglio della bellezza del secondo gol dell’Inter, resta un episodio arbitrale clamoroso. Nel 2023, non si può assistere ad una decisione di quel tipo. La palla di Gendrey viene ribattuta da un colpo di gomito di Carlos Augusto. Ciò che fa pensare, tanto da acuire le perplessità sul mondo arbitrale, è il movimento del gomito di Carlos Augusto dopo il tocco. Braccio che, penzolante, giustamente si muove. È rigore e basta. Il Var, ancora volta, annulla una possibilità che il Lecce aveva meritato di conquistare.
Non è piaciuto il rosso, sacrosanto, preso da Banda. Ci stanno la rabbia e la delusione, ma non può mancare il buon senso. Il bene della squadra deve venire prima di qualsiasi altra cosa. Anche questo deve essere uno step di crescita, ormai raggiunto che non dovrà accadere mai più.
Autore: Stefano Sozzo / Twitter: @stesozzo
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