Tommaso Coletti, allenatore della Virtus Francavilla, è stato ospite del programma Passione Biancazzurra, trasmesso su Teleregione (canale 77 del DTT). Durante l'intervista, il tecnico ha parlato della sua esperienza e delle motivazioni alla guida della squadra, analizzando il periodo di transizione e i cambiamenti che ha portato dentro e fuori dal campo. Coletti ha condiviso la sua visione sull'importanza di motivare il gruppo, valorizzare ogni singolo calciatore e su come il suo approccio si basi non solo sulla tecnica, ma anche sull’aspetto umano e sul lavoro quotidiano con la squadra. Ecco le sue parole:

Sull'impatto con la squadra: "Come ho già detto più volte, sono contento della reazione che ho visto. Credo di aver dato soltanto la scintilla iniziale, perché ho trovato un gruppo di persone predisposte a ripartire. Inoltre, molte persone del mondo Virtus si sono messe a disposizione, e per questo le ringrazio. Penso che quando qualcuno si impegna a fondo, dà il massimo, già questo è un grande risultato. Certo, i risultati concreti sono quelli che contano, ma credo che sia molto importante aver invertito il trend dell'umore. Sono davvero soddisfatto di questo".

Sul suo approccio al lavoro: "Non mi sento di giudicare la situazione che c'era prima. Ho dedicato tutta la mia vita a questo, non solo nel calcio. Una persona deve impegnarsi al massimo in ciò che fa, soprattutto se è la propria passione, se il suo lavoro è anche la sua vocazione. Per me è impensabile non dare il 100%. Devo essere il primo a dare tutto, a dimostrare interesse, e a spingere i giocatori a migliorarsi e a superare i propri limiti. L'allenatore ha anche il compito di lasciare qualcosa di positivo nelle persone che si allenano ogni giorno. Ho avuto molti allenatori e ricordo bene i quattro o cinque che mi hanno segnato. Non è una cosa da poco. Ogni allenatore ha il proprio stile, ma il pensiero che un giocatore mi ricordi negativamente non mi piace. Essere bravi o meno, alla fine, devono dirlo gli altri. Io mi impegno al massimo, con tutti, dal più giovane al più esperto. I calciatori sono diversi e vanno gestiti in modo diverso, ma gli uomini sono tutti uguali".

Sulle difficoltà iniziali e l'adattamento alla squadra: "Non nego che è stata una sfida importante inserirsi in un gruppo costruito per vincere. Non è stato per niente facile, tecnicamente e tatticamente ci sono delle defezioni. Questa squadra è stata costruita in modo particolare: ci sono quattro braccetti mancini e non c'è un 2004 in rosa. Situazioni particolari. Quando ho accettato questa sfida, l'ho fatto consapevole della realtà, così com'era. Mi ritengo fortunato, perché, considerando come mi era stata prospettata, sembrava una situazione irrimediabile. Tuttavia, quando ci sono i valori umani giusti, si può risorgere. Ho cercato di capire cosa stavano vivendo i giocatori, cosa stesse accadendo con l'allenatore precedente, come fosse la gestione di prima e l'intero ambiente. Con queste informazioni, ho cercato di adattarmi senza snaturare la mia idea di calcio e senza perdere la mia identità. Sarebbe stato folle arrivare e pensare di imporre la mia visione senza tener conto della realtà. Gli adattamenti o i moduli sono solo dettagli; se c'è una base umana e caratteriale solida, si può fare bene con qualsiasi giocatore. È normale che ci siano giocatori con un’impronta calcistica diversa, ma se c'è predisposizione al cambiamento, si è già a buon punto. Sono molto contento della partita di domenica contro il Martina".

Sul miglioramento e la ricerca della vittoria: "Manca poco per tornare alla vittoria, già domenica la meritavamo. Se guardiamo i dati, vediamo come è stata giocata la partita. L'idea è di tirare più volte dell'avversario, fare più azioni e avere il predominio territoriale. Tutte queste cose ci sono state. Meritavamo la vittoria, i dati parlano chiaro. Poi ci sono gli episodi, la lucidità dei giocatori in campo. Domenica meritavamo i tre punti. Mi auguro arrivino il prima possibile, proseguendo su questa linea. La speranza è che, con il lavoro e il miglioramento, continueremo a tirare più volte dell'avversario e, di conseguenza, vincere le partite. I numeri mi danno fiducia, vuol dire che il lavoro sta funzionando. Loro si stanno divertendo".

Su Diop: "Sono contentissimo per lui, è un ragazzo che ha fame e desiderio. Farlo partire dal primo minuto è un'idea che sto portando avanti. Sono fiducioso, faccio le valutazioni in base alle partite e alle caratteristiche dei giocatori".

Sul contatto Ievolella-Albano: "È stato un contatto di gioco. Ievolella non stava andando verso la porta, la difesa era tutta schierata. Non si può parlare di un'azione pericolosa fermata. L'arbitro può anche commettere un errore, ma non mi sembra che fosse un gol già fatto. Non c'è molto altro da aggiungere."

Sulle gare giocate e la prossima da affrontare: "Da subentrante, sono stato molto felice di aver affrontato queste tre partite difficili, perché abbiamo lavorato sull'atteggiamento e sulla prestazione, due elementi che non devono mai mancare. Quando ci sono queste due componenti, si possono fare grandi gare. La partita contro il Casarano mi ha dato grandi stimoli e coraggio. La prossima partita presenta delle insidie, perché non bisogna mai sottovalutarla. Ho preferito giocare contro il Casarano piuttosto che contro il Costa d'Amalfi, perché quest'ultima può sembrare una partita facile. Contro squadre così, bisogna mettere il doppio dell'impegno, non sbagliare nulla e portare a casa il risultato. La mia mentalità è sempre quella di provare a vincere contro tutti. Sono soddisfatto di come siamo usciti da questo trittico di partite. Il Costa d'Amalfi ha sia punti deboli che punti di forza, ma se spingiamo come abbiamo fatto domenica, avremo ottime possibilità di vincere. Ogni avversario va studiato e affrontato con lo stesso approccio".

Sull'ambiente Virtus Francavilla: "Ho trovato un ambiente bellissimo e mi ritengo fortunato, perché sono stato scelto da persone giovani come il direttore Orlando e Niccoli, che insieme al presidente Donatiello hanno visto in me la persona giusta per guidare la Virtus fino alla fine, con la speranza di un progetto futuro. Il presidente Magrì mi ha dato questa opportunità, e ho trovato un gruppo unito e predisposto a collaborare, con tutti pronti a mettersi a disposizione per far sì che tutto vada per il meglio".

Sull'impegno dei giocatori giovani: "Tutti danno il massimo, anche i più giovani come Gorgone, De Crescenzo e Dell'Atti. Portano quella frizzantezza necessaria, soprattutto quando ai giocatori esperti manca quella spinta. Magari non sono ancora così lucidi, ma devono comunque spingere al massimo. Avere qualcuno che ti pressa e ti ruba la palla aiuta a alzare il livello generale. Se l'allenamento perde intensità, anche per mezz'ora, è un danno per me. La responsabilità è sempre dell'allenatore, sia se l'allenamento non va bene, sia quando i giocatori sbagliano atteggiamento. È importante prendersi questa responsabilità, non è giusto dare la colpa solo ai calciatori".

Sulla vita familiare e i sacrifici: "A livello familiare, stiamo facendo tanti sacrifici. Mia moglie è rimasta a Trani per motivi di lavoro. I miei genitori sono sempre stati presenti e li ringrazio, così come la famiglia di mia moglie, che mi permette di stare sereno e di fare quello che amo. Il massimo sarebbe poter stare insieme a tutti loro, ma non è sempre possibile. Ho un figlio di dodici anni che vive a Crema, e a volte è difficile conciliare tutto. Amo stare sul campo, è la mia passione. Voglio fare questo lavoro cercando di sottrarre il meno possibile alla mia famiglia".

Sul percorso professionale e l'esperienza con De Zerbi: "Non ho mai pensato minimamente di entrare nello staff di De Zerbi, semplicemente perché è un livello incredibile. L’ho visitato a Brighton durante la scorsa stagione. Certo, sarebbe un sogno, ma per fare un'esperienza del genere, bisogna avere una preparazione davvero top, e io non sono pronto. Ogni percorso ha i suoi step di crescita. Il mio obiettivo è diventare primo allenatore. Non voglio dirmi di stare a quei livelli, ma so che bisogna fare degli errori per imparare. I 20 giorni a Foggia e i mesi precedenti alla Luparense mi hanno insegnato tanto. Cerco sempre di trarre il meglio anche dalle esperienze negative".

Sezione: Serie D / Data: Mer 12 marzo 2025 alle 20:20
Autore: Giovanni Scialpi
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