Secondo risultato utile consecutivo per il Lecce di Luca Gotti, che può uscire soddisfatto, ma con qualche rammarico, dalla sfida all’Olimpico Grande Torino. Pur con le pesanti assenze di Banda e Dorgu, che avrebbero dato una grossa mano soprattutto in fase di ripartenza, la squadra ha confermato quanto di buono visto contro il Cagliari, dimostrando di aver costruito, anche grazie alla sofferenza di quella partita, una solidità ed un equilibrio che oggi portano al secondo clean sheet consecutivo e ad un’autostima crescente, che servirà lungo tutto il prosieguo del campionato.
Sebbene si potesse ipotizzare un undici iniziale diverso, le scelte di Gotti sono ricadute sul trio Tete Morente, Berisha e Rebic, alla prima da titolare con la maglia del Lecce, alle spalle di Krstovic. Il triangolo di centrocampo, composto da Ramadani, Pierret e Berisha, ha avuto il compito di contrastare, riuscendoci, le continue rotazioni del centrocampo granata.
Nei primissimi minuti il Lecce sembrava poter subire le iniziative del Torino. Infatti l’occasione di Ricci al quarto minuto, ben costruita grazie al lavoro delle due punte e ad un cross dalla trequarti di Ilic sembrava il preludio di un assedio, che non si è poi in realtà mai concretizzato. Quell’occasione, infatti, rimarrà l’unica vera occasione creata dal Toro in tutta la partita.
Da quel momento in poi, il Lecce ha saputo sfruttare le uscite dal basso, fatte con buona qualità e coraggio, ed ha potuto mettere in pratica quello che probabilmente era il piano tattico della partita, con diverse riconquiste del pallone e rapide azioni verticali. Tra queste, molte le occasioni di Krstovic che, lanciato in verticale, ha creato nell’uno contro uno con Saul Coco tre grosse occasioni, calciando da fuori, e andando vicino al gol, sia nel primo che nel secondo tempo. Il solo Krstovic chiuderà l’incontro con un xG di 0,69.
Ma le due grosse occasioni, per cui il Lecce può rammaricarsi, sono arrivate una per tempo.
Nel primo, al 34’, quando Rebic, dopo un buono spunto sulla fascia, rientra e crossa in area sul secondo palo, trovando l’inserimento di Tete Morente che, da pochi passi, di testa, mette a lato.
Nel secondo, invece, quando Krstovic, al 68’, raccoglie un’imbeccata verticale di Pierotti, subentrato con grande verve e voglia, cogliendo preparato un bravo Milinkovic-Savic.
La partita è terminata a reti inviolate, con la sensazione che, se una squadra avesse dovuto prevalere, quella squadra era il Lecce. Al netto di un punto che muove la classifica, resta una prestazione convincente, al cospetto di una delle squadre più in forma di questo inizio di campionato che, probabilmente, ha avuto delle difficoltà nel fare la partita, ma ha anche trovato una squadra avversaria compatta e determinata, che ha fatto dei duelli la chiave della propria partita. Il Lecce ha infatti vinto più duelli (51% vs. 49%) e più uno contro uno (55% vs. 45%), rispetto al Torino, dimostrando di essere sempre dentro alla partita. In questo senso, le prestazioni di calciatori come Rebic, Morente, Ramadani e Guilbert, soprattutto nel primo tempo, sono state di alto livello ed hanno dato la percezione che il Lecce fosse spesso in controllo, sia nella fase di possesso del pallone che di non possesso.
A fine partita la squadra è andata a raccogliere i meritati applausi di un settore ospiti gremito. I tifosi possono essere contenti di una prestazione coraggiosa, a cui è mancata soltanto davvero la finalizzazione, sia sotto porta che nell’ultimo passaggio. La fase di costruzione del Lecce è ancora in corso ma, con questa applicazione, non mancheranno le buone partite e le occasioni create, a cui la squadra riuscirà a dare una giusta conclusione.
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