Altro giro, altra corsa. E un nuovo incontro - giovedì 6 marzo alle 18.30 - per fare chiarezza coi tifosi su quello che è stato. Ancora una volta. L'attuale situazione di stallo del Bari porta all'ennesimo faccia a faccia dei tifosi con Antonio Decaro: ex sindaco, ora europarlamentare, ma anche colui che ha gestito in  prima persona nella calda (in tutti i sensi) estate del 2018 per consentire una nuova vita al club biancorosso dopo la gestione Giancaspro. 

Un incontro, a dire dell'ex primo cittadino, per chiarire il perché della scelta dei De Laurentiis. Che, partiti con le migliori intenzioni, una volta in Serie B pare abbiano smarrito la mentalità vincente che li aveva contraddistinti dalla ripartenza in D. Multiproprietà grande ostacolo, dopo la finale playoff del 2023 persa contro il Cagliari un continuo malumore nella piazza: rabbia per quel che poteva essere e che non è stato, rabbia e indignazione per le successive campagne acquisti poco ambiziose e dei risultati di campo inferiori rispetto alle aspettative. E se l'anno scorso la retrocessione è stata sventata solo ai playout, quest'anno la squadra pare in un limbo: a metà tra la partecipazione ai playoff ed un amaro centroclassifica, con la salvezza che - virtualmente prima e aritmeticamente poi - è ancora tutta da guadagnare. 

Facile parlare adesso col sennò di poi? Il dibattito è aperto. Quel che è agli atti è che nessuno (o ben pochi) nel 2018 aveva contestato la scelta del sindaco: la priorità era prima di tutto quella di abbandonare subito le serie inferiori. C'era la cordata locale, Claudio Lotito, Preziosi ed altri. In tutto poco più di una decina di interessati, non tutti con adeguate garanzie evidentemente. Gli Hartono? Ora fanno faville a Como, ma carte alla mano non avevano i requisiti minimi per prendere parte alla gara. Una versione che il sindaco Decaro ha sempre voluto rimarcare con forza, al netto del fatto che stiamo parlando della proprietà - di gran lunga - operante più ricca del calcio italiano. E che in riva al Lago promette di crescere tanto nei prossimi anni. Un sentimento che prevale è quello della frustrazione: poteva esserci il Bari in A, forse, con qualche ulteriore indagine? Chissà. Di sicuro in quel 2018 il rapporto con Napoli ed il Napoli, per i De Laurentiis, sembrava apparentemente compromesso o quasi: contestazioni dei tifosi, scudetti mancati, scarso feeling anche con le istituzioni. Tanto che qualcuno sperava (sognava, sarebbe meglio dire) un possibile addio ai colori azzurri per sposare la causa biancorossa. 

Ma così non è. La mediocrità, il limbo e la sensazione di doversi accontentare 'per forza' perché oltre un certo limite non si può andare si è ormai radicata nella piazza. Che però, adesso, ha esaurito la propria pazienza. Anche lo stesso Decaro viene beccato a più riprese sui social su questo argomento. E allora la domanda sorge spontanea: servirà questo incontro? La risposta è si, ma ad una sola condizione: cercare, immediatamente, proposte e soluzioni per il futuro, per cambiare lo stato delle cose. Che siano nuovi acquirenti, ad esempio, pronti a sposare la causa biancorossa e magari investire anche sul territorio. Provando, perché no, a sfruttare anche conoscenze in ambito europeo qualora ci fossero. Lo stesso discorso può valere per i tifosi che avranno intenzione di partecipare: proporre, esortare, trovare una via d'uscita. Fare un processo a quel che è stato sarebbe invece inutile. Perché indietro non si può più tornare: anche Decaro deve ricucire il rapporto con la tifoseria. 

Sezione: Primo piano / Data: Mar 04 marzo 2025 alle 19:25
Autore: Domenico Brandonisio
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