Minimo sforzo massima (relativamente...) resa. L’unica buona notizia è l’aver recuperato l’ottavo posto e, quindi, i playoff. Risultato che sarebbe positivo se non fosse per i rallentamenti di Cesena e soprattutto Palermo, di cui si è approfittato solo in parte. Ma oltre questo il problema è la prestazione: tra le più opache della stagione, soprattutto nel secondo tempo. Il Bari, contro la Salernitana, ha decisamente deluso i tanti presenti al San Nicola: i fischi a fine partita ne sono una decisa dimostrazione. Mister Longo dice di accettarli e di prenderne atto, ma dopo la sosta servirà un’altra squadra e un altro piglio. Va bene la serie utile di risultati (sono ora 5), ma serve quello scatto decisivo per provare a dire qualcosa di interessante. Più che per i playoff in sé, per dare uno sguardo deciso sul futuro. 

Quel che più preoccupa è la condizione fisica non al meglio di diversi elementi della rosa: si parla di spirito di sacrificio, di adattamento ad una situazione al limite. Ma per quanto potrà/dovrà ancora durare? Di chi le responsabilità? Non può essere sempre colpa del fato, dopotutto. Servirà mettere gli elementi nelle migliori condizioni possibili, oliare al meglio intese e meccanismi tattici. Se da un lato Obaretin e Dorval hanno fatto una buona impressione col dialogo, non si può dire lo stesso di Bonfanti e Lasagna: un passo indietro rispetto alla sfida col Sassuolo. Laddove arrivava il primo, non arrivava il secondo. O viceversa. Con la corsa, la profondità, i passaggi. Sarà anche vero che in campo ci sono gli avversari, ma questa tesi non sempre può reggere. Perché c’è sempre quella sensazione secondo cui il Bari può fare di più. E meglio. Storia di una squadra che ha una identità, ma si perde nei momenti topici. E non riesce a sviluppare qualcosa in più. Maggiore in mezzo al campo si è dannato l’anima, ma ha anche predicato nel deserto. 

Il vero spettacolo, anche stavolta, è sugli spalti. Per il gemellaggio, ma anche per la presenza di Joao Paulo: un lungo tour di quasi tre settimane il suo in Puglia, occasione per ritrovare vecchi amici e conoscere anche nuove generazioni di tifosi che il suo mito lo hanno solo appreso da padri e nonni. Magari anche zii. Chissà, forse con uno come lui in campo questa ed altre gare avrebbero avuto un esito diverso…adesso non resta che la sosta, ma servirà un Bari diverso.

Sezione: Primo piano / Data: Dom 16 marzo 2025 alle 12:26
Autore: Domenico Brandonisio
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