E adesso, numeri alla mano e non guardando alle (il più delle volte) prestazioni, i numeri non tornano più di tanto. Dopo dodici partite il Bari è nel totale limbo di classifica, a metà tra la zona playoff e quella playout, un pelino più vicina: appena 2 vittorie raccolte, 8 pareggi e sole 2 sconfitte, con una media di 1,17 punti a partita. Tradotto in breve: quattordici punti raccolti in dodici partite. Pochi, troppo pochi. Addirittura tre in meno rispetto alla passata stagione. Questi i numeri di Moreno Longo, allenatore dei biancorossi che cerca, in qualche modo, di lanciare la squadra andando anche oltre i limiti della stessa. Ma che al momento deve scontrarsi con una realtà non proprio soddisfacente.
Da un lato qualche decisione arbitrale discutibile (Cremona), dall'altra il fattore rimonte subite (e siamo a cinque) ma anche una forza caratteriale del gruppo non sempre soddisfacente. A tal punto che contro la Reggiana sono stati cancellati con un colpo di spugna 80' minuti discreti. Il 2-2 rischia di gettare nello sconforto il gruppo per una vittoria che ormai pareva consolidare ed è soprattutto sul piano psicologico che sarà necessario lavorare intensamente. I cambi? Delizia...e croce. Perché se gli inserimenti di Favilli e soprattutto Novakovich hanno portato risultati immediati (un gol e un assist dell'ex Venezia, con la gara che sembrava aver preso la dovuta svolta), gli inserimenti successivi di Maiello, Lella e soprattutto Simic si sono rivelati controproducenti. Se poi anche Radunovic, uno dei migliori in queste prime dodici gare, esce in maniera scomposta...evitare di vedere i fantasmi diventa un esercizio più complicato.
La riflessione che viene da fare a mente fredda? Un peccato, enorme pure. Perché questo Bari meriterebbe di più e se c'è una cosa che del mister va apprezzata è la sua schiettezza: mai banale, sempre in grado di rappresentare la realtà per quello che è, senza inganno alcuno. Ma il suo progetto tecnico, che comunque riesce a produrre schemi interessanti, mai come in questo momento della stagione ha fortemente bisogno di essere accompagnato dai risultati. Dalle vittorie. Per rilanciare le quotazioni non solo del lavoro che si sta svolgendo, ma soprattutto per tenere alto il morale del gruppo. Non ci sono altre medicine, perché applausi o alibi non contano più e portano pacche sulle spalle e non punti. Senza risultati tutto ne risente un po' di più. A Salerno, senza una svolta, la sensazione è che tutto possa essere messo in discussione.
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