Il presidente della Fidelis Andria, Di Benedetto, ha concesso un'intervista al Corriere dello Sport per la raccontare propria versione sul corrente avvio di stagione, caratterizzato dal cambio di guida tecnica.

Giuseppe Di Benedetto, quattro vittorie consecutive per l’Andria: crisi risolta?«Me lo auguro. Le aspettative, a inizio stagione, erano diverse, ma anche senza risultati positivi all’attivo ero convinto che a questa squadra sarebbe bastato poco per ritrovare la giusta rotta. Ora, però, voglio continuità».

Da cosa è dipeso un avvio del
genere?

«Il calcio è imprevedibile. Agli inizi dello scorso anno, con una squadra tecnicamente inferiore, eravamo al comando; questa volta, invece, è accaduto l’esatto contrario».

Tandem ds-allenatore rimasto a metà: via soltanto Ciro Danucci, conferma per Gianni Perchè? «Le variabili, nel calcio, sono
due: il ds è responsabile delle scelte, l’allenatore degli aspetti tecnico-tattici. Il primo ha commesso l’errore di costruire una rosa eccessivamente ampia dal punto di vista numerico, in parte composta da elementi che pensano di essere ad Andria a svernare: il curriculum di ognuno di loro non mi interessa, a dicembre chi non è all’altezza verrà sostituito con profi li forse meno blasonati, ma senz’altro aff amati. Al precedente tecnico, invece, contesto l’atteggiamento della squadra: alcune gare sono state sbagliate in termini d’approccio e, anche sotto nel punteggio, non ho mai visto una reazione decisa. In più, non mi ha nemmeno mai convinto il suo attegiamento «Soddisfatto di Scaringella: è l’uomo giusto
per crederci»

A dicembre, quindi, sarà ancora
Califano a operare sul mercato
.
«I problemi vanno risolti da chi li ha causati: avrà, quindi, la chance di riscattarsi nel suo operato. Danucci, invece, di occasioni ne ha avuto diverse, ma i risultatinon gli hanno sorriso». Presidente, ha lamentato una rosa numericamente troppo abbondante: ha mai chiesto conto al ds di ciò? «Glielo chiederò a dicembre. La certezza è che servirà un taglio netto all’interno dell’organico: 33 elementi sotto contratto sono troppi. Si fa fatica perfi no a svolgere le partitelle in famiglia».

Andria, adesso, nelle mani di
Giuseppe Scaringella: perché
ci ha puntato nuovamente?
«Lo conosco dai tempi della Seconda Categoria a Trinitapoli:
all’epoca, il suo lavoro mi diede la chance di farmi conoscere e, a distanza di anni, ho ricambiato il favore dandogli l’opportunità
di misurarsi in D. I suoi risultati, già lo scorso anno, erano stati straordinari e in queste quattro
partite ha sempre e solo vinto».
 

La piazza, adesso, dal punto di vista ambientale sembra essersi ricompattata. Entusiasmo, perciò, rigenerato? «L’entusiasmo, in realtà, c’è sempre stato. Purtroppo, all’interno della società, vi era un detrattore: il nostro vecchio allenatore Francesco Farina lo definì componente lucubre. A distanza di tempo, gli do pienamente ragione»

Sezione: Serie D / Data: Mer 30 ottobre 2024 alle 09:34
Autore: Leonardo Custodero
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