Dura poco più di 35 minuti la partita del Lecce contro il Milan di Fonseca. Sono bastati pochi istanti alla squadra rossonera, rivitalizzata dopo il derby vinto domenica scorsa, per avere la meglio su un Lecce che ha approcciato bene la partita e che, dopo aver subito il primo gol, si è sgretolato, lasciandosi travolgere dall’ondata milanista.
La squalifica di Guilbert, i 90 minuti giocati contro il Sassuolo martedì ed alcuni calciatori in condizioni non ottimali, hanno portato Gotti a scegliere dall’inizio un 433, con Dorgu terzino destro ed il centrocampo composto da Ramadani, Coulibaly e Pierret, vertice basso. Davanti Rebic e Tete Morente agivano ai lati di Krstovic. Il Lecce è sembrato molto presente nella partita nella prima mezz’ora, ha gestito bene il pallone e difeso con grande ordine, sfruttando anche le diverse imprecisioni in fase di rifinitura da parte di un Milan, apparso distratto nella prima fase della partita. La fatica della squadra di Gotti stava nel ripartire rapidamente. Una volta riconquistata palla, infatti, il blocco difensivo basso e le caratteristiche dei giocatori offensivi di fascia non permettevano di affrontare rapidamente le transizioni offensive.
Proprio quando sembrava che il primo tempo potesse terminare a reti inviolate, il Milan, al 38’, ha sbloccato il risultato con un colpo di testa di Morata su una punizione di Theo Hernandez. Iniziano da qui 5 minuti in cui, complice anche l’energia di San Siro, il Lecce imbarca acqua difensivamente e subisce prima il gol dello stesso Theo su una palla verticale di Leao alle spalle della difesa e poi quello di Pulisic, a seguito di una rapida azione che porta prima alla conclusione sul palo di Abraham e poi al gol del laterale statunitense. Si tratta di 5 minuti micidiali che, di fatto, mettono fine alla partita. Il secondo tempo è una pura formalità, il Lecce non riesce a pungere e ci prova per di più con dei tiri della distanza, mentre il Milan effettua delle rotazioni, che portano in campo anche il giovane Bartesaghi, espulso poi all’80’ per un brutto fallo su Banda.
Finisce così una settimana complicata per gli uomini di Gotti, dopo la partita pareggiata contro il Parma e quella persa contro il Sassuolo in Coppa Italia. Sicuramente San Siro è un campo storicamente ostile al Lecce, basti pensare che l’ultimo gol realizzato a Milano dai giallorossi risale all’ottobre del 2019, con Calderoni. Ciò su cui però suona, al momento, un piccolo campanello d’allarme è la fragilità mostrata dalla squadra nella gestione dei momenti successivi ad un gol subito. A Milano, infatti, è sembrato che la squadra, scesa bene in campo e apparsa molto ordinata nella prima mezz’ora, abbia visto sgretolarsi, al primo gol subito, tutte le proprie certezze, venendo poi travolta, in pochi minuti, dalla capacità del Milan di percepire le difficoltà dell’avversario e di affondare, chiudendo il match. Purtroppo gli episodi ravvicinati della partita con il Parma e di quella di ieri contro il Milan destano un po’ di preoccupazione, da affrontare senza eccessivi isterismi. Gotti dovrà mettere questi momenti sotto la lente di ingrandimento, analizzandoli, perché è vero che questi episodi possono essere frequenti quando si ha una squadra giovane, così come è meglio che questi episodi si verifichino nella fase iniziale del campionato, ma la forza mentale di una squadra è la base per costruire questa storica salvezza e bisogna, al più presto, ritrovarla.
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