E' senza dubbio l'impianto sportivo pugliese più grande, importante e conosciuto a livello regionale, nazionale ed internazionale. Un simbolo di voglia di grandezza, dello sfarzo dei tempi in cui fu costruito ma anche di molti sogni rimasti infranti o tali. Oggi lo stadio 'San Nicola' compie trent'anni: il 3 giugno 1990 l'Astronave fu inaugurata con un incontro amichevole disputato tra Bari e Milan, vinto 2-0 dai biancorossi. Che, lo ricordiamo, avevano da poco conquistato l'unico trofeo internazionale della loro storia: la Mitropa Cup. Trofeo smarrito dopo il fallimento del club nel 2014.
LA NASCITA - L'idea di costruire un nuovo stadio nel capoluogo pugliese matura dopo l'assegnazione dei campionati mondiali di calcio del 1990 all'Italia. All'epoca, il Belpaese aveva il campionato più ricco, bello, tecnico e soprattutto imbottito di campioni. Falcao, Platini, Maradona, Boniek, Rumenigge e tanti altri ancora: una spece di La Mecca del calcio. Bari vince la concorrenza su Lecce, malgrado un 'Via del Mare' ristrutturato in vista della Serie A 1985/86, ma non sarà più possibile giocare al 'Della Vittoria': l'impianto apparve subito obsoleto, non in linea con le esigenze più moderne. Tra l'altro, la sua origine, risaliva al lontano 1934: epoca fascista, come diversi degli stadi del nostro paese. Sarebbe stata la fine di un'epoca per intere generazioni di tifosi: le ultime partite, nel 1990, furono disputate contro Genoa e Cremonese (campionato e coppa Mitropa). L'architetto del progetto? Niente poco di meno che Renzo Piano, genovese di fama internazionale coadiuvato dall'inglese Peter Rice, dal canto suo anche grande tifoso dei Queen's Park Rangers. Il progetto iniziale del 1987 prevede la realizzazione dell'impianto senza pista d'atletica e con 40.000 posti a sedere. Ma fu l'intervento del CONI, a cambiare il corso degli eventi: ogni stadio (o quasi, tranne rarissime eccezioni) avrebbe dovuto averne una. Cosi la capienza balzò a quota 58.270, causando una maggiore dispersività dell'impianto. Ancora oggi infatti ci sono dei settori dello stadio più penalizzati nella visione del gioco. Ma ci saranno anche casi più problematici lungo lo stivale in tal senso. I lavori partono, nonostante anche le resistenze di alcune personalità come Rozzi, di professione costruttore (aveva già contribuito alla realizzazione degli impianti sportivi di Benevento e Campobasso, oltre che alla ristrutturazione di quello di Lecce) ma anche presidente dell'Ascoli. La struttura è costata poco più di 120 miliardi di lire.
REFERENDUM - Il nome 'San Nicola' fu scelto ed ufficializzato grazie ad un referendum, il cui esito si è concretizzato nell'aprile del 1990. Le altre opzioni erano: Mediterraneo, Azzurro, del Levante e Degli Ulivi.
GLI ESORDI - Archiviata l'amichevole contro il Milan, è l'ora dei mondiali: si parte con 3 gare del gruppo B: URSS-Romania, Camerun-Romania e Camerun-URSS. Quindi uno sfolgorante ottavo di finale tra Cecoslovacchia e Costarica, ma il vero botto è la finalina 3°-4° posto: ad affrontarsi sono l'Inghilterra di Bobby Robson (la formazione migliore dopo la vittoria del 1966, solo nel 2018 gli inglesi rientreranno tra le prime 4 del mondo) e l'Italia di Vicini, ma anche della rivelazione Schillaci, che a fine torneo si laurea capocannoniere. E' uno scontro tra deluse, ma saranno gli azzuri ad avere la meglio. Si mette tuttavia in luce Platt: verrà acquistato dai Matarrese, dopo una sfibrante trattativa, nell'estate 1991. Nel campionato 1990/91 il Bari disputa la sua prima gara di campionato nel nuovo impianto contro il Torino: è una partita brutta, i granata ai punti avrebbero meritato la vittoria. Ma sono i biancorossi a far festa, grazie ad un decisivo rigore realizzato al 90': 2-1 finale. A fine stagione arriva la salvezza contro il Milan di Sacchi, davanti ad oltre 50.000 spettatori. Ma il vero spettacolo arriva il 29 maggio 1991: per la prima volta la finale di Coppa dei Campioni si gioca nel sud Italia. La partita tra Stella Rossa ed Olympique Marsiglia non sarà di quelle da ricordare, con Pancev e compagni che avranno la meglio sui transalpini soltanto al termine della lotteria dei calci di rigore (0-0 dopo 120'). Quindi ritorna la Serie A, con un Platt in più ed il record di 21.912 abbonati: si sogna l'Europa, ma arriva una mesta retrocessione in B. Tuttavia - dal 1990 al 1992 - la media spettatori è di 35mila a partita: un dato che non verrà mai più eguagliato dai sostenitori biancorossi in tutta la loro storia.
IL PROSIEGUO - Nei primi 10 anni di esistenza il 'San Nicola' vedrà un Bari quasi sempre in Serie A (appena tre i campionati di B fino al 2000) ed avrà inoltre l'onore di accogliere nel 1997 i Giochi del Mediterraneo: qui si celebreranno alcune discipline sportive, la cerimonia di apertura ed anche le partite di calcio (l'Italia under 23 vince l'oro, battuta in finale la Turchia, tra i mattatori il bomber di casa Ventola). Sarà l'ultima grande manifestazione internazionale che verrà accolta in questo impianto. E qualche difficoltà e deteriorazione s'inizia ad intravedere: il terreno di gioco in alcuni periodi dell'anno è tutt'altro che in perfette condizioni (addirittura in un Bari-Reggiana del 1994 si crea un buco in mezzo al campo) e quando piove e la pioggia è intensa i teflon non sembrano essere sufficienti per tutti. Dettagli fin li non particolarmente allarmanti: il 'San Nicola' gode ancora di buona reputazione, finisce occasionalmente anche in qualche videogioco e avrà in seguito anche le quattro stelle dall'UEFA: il peggio verrà nel decennio successivo.
I PROBLEMI - I problemi si accentuano col declino della squadra: tanti anni di B, stadio sempre più vuoto (col Cittadella, nel 2002, appena 51 paganti da sommare ai circa 2000 abbonati) e struttura sempre più fatiscente. Dal ritorno in B nel 2001 si 'spengono' anche i tabelloni: verranno riattivati a fasi alterne solo nel biennio di Serie A dal 2009 al 2011, e sporadicamente nei successivi anni di B. Anche i seggiolini iniziali, nella curva nord inferiore - per cause naturali e intemperanze forse dovute anche a vari atti di vandalismo - spariscono. Verranno rimpiazzati da altri grazie al ritorno della nazionale nel 2007: Italia-Scozia è una gara di qualificazione valevole per Euro 2008. Prima di allora, la Nazionale mancava a Bari dal 1995, in occasione di una sfida contro l'Ucraina (qualificazioni Euro '96). Arriveranno poi le sfide contro Irlanda (qualificazioni mondiali 2010 nel 2009, con Trapattoni sulla panchina avversaria), Spagna, Olanda e Francia. Le ultime tre citate solo amichevoli, perché l'impianto, nel frattempo, perde buona parte delle sue coperture: prima il settore ospiti, via via anche in curva sud, nord e tribuna est. Il forte vento occasionale ed i vari agenti atmosferici, nel corso di più lustri, danno il colpo di grazia (nel 2012furono denunciati anche problemi relativi ai calcinacci). Non mancano le lamentele anche durante l'ultimo Trofeo Tim del 2012: pessime le condizioni del terreno di gioco offerte ad Inter, Juventus e Milan. I galletti sono anche costretti a giocare una gara casalinga nella vicina Andria contro la Pro Vercelli. Si cerca di risollevare le sorti dell'impianto tramite le candidature italiane ad Euro 2012 e 2016: sarebbero di vitale importanza per il calcio italiano. Ma l'Uefa boccia il Belpaease: prima la spuntano Polonia ed Ucraina, poi la Francia. Non sembrano essere state perdonate le inefficienze passate, in termini generali di inadeguatezza degli impianti e sprechi di stampo economico. La squadra locale, dal canto suo, non riesce mai ad essere all'altezza della grandezza dell'impianto (non mancano anche concerti musicali di spessore o raduni come quelli dei Testimoni di Geova). Tuttavia, nel 2007, il 'San Nicola' viene dichiarato bene culturale: nessuna modifica è possibile senza prima essersi interfacciati con Renzo Piano ed il suo studio. E dopo l'omicidio di Raciti, viene dotato - come tutti gli altri impianti - di nuovi tornelli all'ingresso e nuovi impianti di sicurezza e sorveglianza.
IL PRESENTE - Ogni anno la concessione dell'impianto verso la squadra locale avviene ( o meglio, è avvenuta sino al 2017/18) tramite rinnovo annuale. Con costi altissimi, esorbitanti rispetto a quelli previsti per una categoria come la Serie B, almeno sino al 2018. Di tentativi di restyling e bozze ce ne sono stati tanti: nel 1997 Ghirelli (proprio lui, l'attuale presidente della Lega Pro, allora dg biancorosso), parlava di impianto polifunzionale e di marchio da sfruttare. Concetti attualissimi ed in voga oggi in tutta Europa. E poi le proposte e relativi dossier dell'ex assessore Sannicandro, ma anche il famigerato piano industriale di Giancaspro: avrebbe voluto destinare una somma cospicua - finanziata da privati - attraverso varie soluzioni di intervento sull'impianto. Buone intenzioni che però non vengono supportate dai fatti, anche a causa delle instabilità societarie in seguito al disimpegno dei Matarrese, che erano in sella dal 1977. La Serie D rischia di essere una pietra tombale per il futuro dell'impianto, ma i De Laurentiis - dopo aver portato la squadra in C - compiono nel 2019 una piccola svolta: per 5 anni viene loro affidato l'impianto. Mai era successo in tutta la storia del club, le speranze dei tifosi diventano legittime, per un marchio aziendale che ha voglia di decollare. Lo stadio ora si sta rifacendo un look, attraverso l'installazione di nuovi seggiolini biancorossi sulle tribune. E presto potrebbe toccare alla curva. Di colpo, gli anni di obsolescenza sembrano non vedersi più. E chissà che questo impianto in futuro non possa conoscere una seconda giovinezza senza dover stravolgere troppo l'assetto attuale. Intanto...auguri per questo primo trentennio!
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