Premessa: considero il Venezia una squadra ricca di qualità e con quella freschezza capace di dare una marcia in più. Insomma, davvero forte. Non alla pari di Monza e Lecce, ma forte. Ecco perché la vittoria al "Penzo" dei salentini è straordinaria, anche per il modo in cui è arrivata.
PERSONALITÀ. Trovi il vantaggio a Venezia e ti fai recuperare. Trovi il secondo sorpasso e Maleh, con un super gol, ti riacciuffa. Cercare con insistenza la terza rete e centrarla è un mezzo capolavoro. Perché per farlo non devi crollare emotivamente e, se prendi gol cinque secondi prima di rientrare negli spogliatoi per l'intervallo, non è scontato. Il Lecce si è dimostrato e confermato forte in campo, nel gioco e nella testa.
TRE VITTORIE DI FILA. Non succedeva da novembre, quando il Lecce inanellò addirittura quattro successi consecutivi (contro Pescara, Entella, Reggiana, Chievo). Sicuramente un passo in avanti, che innalza e non poco il livello di fiducia e autostima, componenti fondamentali in vista della volata finale.
L'ATTACCO È TORNATO. Undici gol nelle ultime tre partite, numeri da... vecchio Lecce. E per "vecchio" s'intende quello che nel girone d'andata riusciva a segnare con una facilità disarmante. Tra dicembre e febbraio un passo indietro in tal senso, ma ora la formazione giallorossa è tornata a produrre e concretizzare. E nelle ultime tre gare hanno segnato Coda (tre doppiette), Stepinski e soprattutto Pettinari, il goleador che mancava. Ora all'appuntamento manca solo Yalcin.
SCONTRO DIRETTO. Quello contro il Venezia era il primo - anzi il secondo, considerando quello contro il Chievo - di una serie di sfide da non fallire perché contro dirette concorrenti. E avere gli scontri diretti a favore in caso di arrivo a pari punti è sicuramente un jolly che può far comodo. A inizio aprile quello contro la Salernitana, il 10 con la Spal e nelle ultime tre giornate con Monza ed Empoli. Chi ben comincia è a metà dell'opera.
LA CLASSIFICA. Con tutto il ritardo del caso, le critiche e i passaggi a vuoto, il Lecce a metà marzo è terzo a -1 dal secondo posto e a -7 dall'Empoli. In pratica a giocarsi la promozione diretta in Serie A, quando di giornate ne mancano solo nove. E ricordiamo tutti, a mercato concluso, le parole di Sticchi Damiani che provava a rincuorare la piazza: "Questa fiamma del sogno della A è un privilegio, non una cosa scontata: vivere con l’angoscia che la fiamma non diventi subito un incendio è una cosa sbagliata". E se i giallorossi oggi sono nei piani alti e vedono questa fiamma ancora viva lo devono alla società, al tecnico, alla squadra, ad ogni singola componente del Lecce.
E non nascondo la mia felicità per Corini. Un tecnico che conosco da anni, dai tempi del Chievo e che per motivi lavorativi ho studiato e conosciuto. Merita gli applausi e i complimenti, l'affetto del proprio pubblico, dopo aver dovuto buttar giù qualche amara e ingiustificata critica. Ma per fortuna, nel gioco del calcio, parla il campo con i suoi risultati.
Autore: Dennis Magrì / Twitter: @magriden
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