La squadra scende in campo e fa il suo, ma fuori dallo stesso (e persino sugli spalti) la questione societaria continua sempre a tenere banco. Dallo striscione con caratteri arabi 'Dela allasse u bare' (De Laurentiis lascia il Bari, esortazione, ndr) agli spettatori travestiti fa uomini del medio oriente, anche l'ironia si spreca, ma mista a speranza. Perché l'occasione è potenzialmente immensa e, soprattutto, nessuno dei protagonisti coinvolti, comunque vada a finire la vicenda, potrà parlare di montatura, scarsa consistenza dell'acquirente (parliamo di uno stato sovrano, il Kuwait, non di un piccolo imprenditore) o di pura fantasia.
Il progetto, è noto, non riguarda solo la squadra di calcio, che sarebbe naturalmente la ciliegina sulla torta di un progetto che potrebbe portare posti di lavoro al territorio barese e investimenti in settori chiave. Su tutti il turismo: del resto i contatti ed i convegni sul tema dei rapporti tra le imprese baresi e del medio oriente ultimamente si sprecano ed anche Confindustria a luglio scorso tenne un convegno sul tema. Due mondi che cercano di incrociarsi e di darsi la mano, appuntamenti dai quali è emersa la necessità delle imprese pugliesi nel trovare una vetrina di spessore per la propria crescita. Un processo che naturalmente vale anche a parti inverse. Si riparte, per quanto riguarda l'aspetto calcistico, dall'incontro delle scorse settimane a Milano tra Luigi De Laurentiis ed Al Sabah: da allora nessun patto di riservatezza firmato o perlomeno nulla di tutto questo è stato annunciato, ma la sensazione è anche che su entrambi i fronti si stia agendo sottotraccia e che nulla si possa escludere. In attesa dell'arrivo degli stessi emissari atteso in concomitanza dell'apertura della prossima edizione della Fiera del Levante, che consentirà di conoscere meglio senza dubbio uno spaccato dell'economia e realtà, pugliese, non solo barese.
Ci sono però alcuni fronti su cui questa partita può giocarsi in maniera fondamentale. Su tutti le elezioni dei vertici di Lega B e soprattutto FIGC: Balata, come è noto, non ama le squadre B e le multiproprietà, ma la sua elezione non appare scontata e il Bari sembrerebbe sia tra quei club situati sul fronte opposto da questo punto di vista. Poi, a novembre, le seconde citate a Roma: fa sempre fede il discorso di Aurelio al senato, che si aspetta novità su questo fronte. Ossia sdoganare la multiproprietà, senza limiti di tempo e consentire a chiunque la possibilità di tenere due squadre in ambito professionistico. Preferibilmente in categorie diverse, cosi come sembra faccia trapelare il discorso risalente allo scorso maggio. Una circostanza che la piazza di Bari non potrebbe però mai accettare ed è per questo che da più parti si chiede anche un intervento deciso da parte della politica locale: se nel 2018 la scelta di assegnare il titolo sportivo agli attuali proprietari del Napoli ebbe poche contestazioni, adesso alla luce degli ultimi sviluppi è scattato il campanello d'allarme. Infine, ultima ma non per importanza, un eventuale scioglimento del comune di Bari: in quel caso cosa potrebbe accadere? Con un commissariamento non ci sarebbero più, per gli emiri, gli attuali interlocutori sul piano politico. Ed è poi da capire se questa faccenda possa avere, o meno, delle ripercussioni circa l'interessamento per la squadra di calcio. La strada indubbiamente potrebbe essere più tortuosa ed i tempi si allungherebbero. Non resta che attendere: il tempo darà tutte le risposte, al netto della volontà di vendere dei proprietari della Filmauro.
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