Durante la trasmissione A Tutta C su TMW Radio, Michele Cazzarò, ex allenatore del Taranto, ha commentato la difficile situazione che si vive in casa rossoblù. Il tecnico, fresco di addio, ha condiviso la sua esperienza alla guida della squadra, parlando apertamente della messa in mora avviata dai giocatori: “Era una mossa possibile, considerando anche la mia esperienza. Ai ragazzi non veniva mai comunicato nulla, non sapevano niente, eppure sono stati professionisti seri fino alla fine".
L'allenatore ha poi raccontato le difficoltà affrontate durante il suo periodo alla guida della squadra: “Sono stato chiamato in prima squadra dopo che il precedente allenatore aveva inviato certificati medici. Ero l’unico disponibile per andare in panchina, così sono salito dalla Primavera. Abbiamo ottenuto due vittorie contro avversari di spessore, ma con l’arrivo della penalizzazione i ragazzi hanno inevitabilmente mollato dal punto di vista mentale. Ho fatto del mio meglio per tenere la squadra unita, sperando in un cambio societario che non è arrivato. Ho messo la faccia perché credo che nella vita bisogna essere carne o pesce, ma quando ho capito che non c’era più bisogno di rimanere, ho deciso di fare un passo indietro. A quel punto, altri avrebbero dovuto prendersi le responsabilità".
Sulla situazione attuale della società, Cazzarò ha spiegato: “Il Taranto è ancora del presidente Giove. Il passaggio societario previsto per il 13 dicembre non è avvenuto. Per oltre un mese e mezzo siamo rimasti senza direttore sportivo e direttore generale: eravamo solo io e la squadra. Non è stato affatto semplice".
Parlando del rapporto con i giocatori, ha aggiunto: “Dal primo giorno ho fatto capire loro che eravamo soli e che avremmo potuto farcela solo restando uniti. Voglio ringraziarli ancora, perché sono stati professionisti molto più che seri".
Sul futuro del Taranto, Cazzarò ha espresso preoccupazione: “Bisognerà capire l’esito della messa in mora, ci sono 20 giorni di tempo per tentare di sistemare la situazione. Da tifoso, spero che il Taranto riesca a concludere il campionato, anche per non vanificare gli sforzi fatti finora. Tuttavia, è quasi certo che arriverà un’altra penalizzazione, probabilmente pesante, e andare avanti così sarà difficile".
Infine, sull'addio, ha chiarito: “Mi sono dimesso e non sono stato esonerato, quindi non potrò allenare fino a giugno. Non volevo rimanere a libro paga del Taranto né pesare sulle casse societarie. Per me, la dignità non ha prezzo. Nel frattempo, continuerò a seguire le partite e a tenermi aggiornato. Quando prendo una decisione, è quella definitiva. E le parole, per me, contano ancora".
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